@.... S.Benedetto dei Marsi (AQ)           

Siamo nella Marsica ai confini del parco Nazionale d'Abruzzo

Questo sito web vuole essere una  guida attraverso i monumenti e le manifestazioni che il nostro paese offre. Le pagine web contengono infatti una serie di informazioni di carattere storico, archeologico e commerciale di provata utilità. Nel prossimo futuro questa pubblicazione potrebbe svilupparsi e contenere un numero sempre maggiore di informazioni. Certi di aver intrapreso la strada giusta per allargare la reciproca conoscenza del nostro territorio.Spero che i miei paesani all'estero, possano rivivere un pò del loro amore, che hanno lasciato su questa Terra.Giammarco De Vincentis

 

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Nel 1867 il villaggio di san benedetto (Villa S. Benedicti) era ormai divenuto un paese, frazione del municipio di Pescina, edificato sui ruderi della "Splendidissima città Marruvio chiamata Veleria e Marsia contemporaneamente, quando dopo la sua distruzione, per ordine del console Valerio Massimo, fu riedificata con proporzioni e privilegi maggiori in quell'identico sito" (DI Pietro).
Gli abitanti della illustre metropoli Valeria e Marsia, dopo la totale rovina della città (1361?) si trasferirono nel castello di Pescina dove riedificarono le proprie abitazioni, tranne pochi coloni che rimasero in quel luogo per la coltura di quei fertili campi e per il servizio del Monastero Benedettino riattato dopo qualche tempo.
Questi coloni e questi servi a poco a poco hanno formato l'attuale paese di San Benedetto che al 312 dicembre del 1866 contava 930 abitanti, sottoposti all'unica Parrocchia della città di Pescina.
Per la cura pastorale di questi abitanti era incaricato un sacerdote, col titolo di economo-curato, amovibile ai cenni del capitolo della Cattedrale dei Marsi, il quale alla fine di ogni mese doveva mandare al canonico-curato della chiesa cattedrale i diversi registri dei battezzati, dei matrimoni, e morti da trascriversi nei libri parrocchiali.
IL sacerdote incaricato, per il sostentamento, avrebbe dovuto ricevere Ogni anno 20 ducati dai due mansionari e coadiutori del Canonico.curato, 48 ducati dalle rendite della ricca Badia ecclesiastica fondata con i beni del distrutto Monastero Benedettino. Ma non sempre ciò avveniva: spesso questo sacerdote rimaneva privo di mezzi necessari per vivere. Mons. Segna allaora diede in amministrazi9one a questo sacerdote il beneficio di San Giovanni in Ozzanello allora vacante eretto nella chiesa di Ajelli. Ma non passò molto tempo che questo sacerdoto rimase privo di nuovo di sostentamento, perchè il beneficio suddetto fu aggregato, con decreto reale, alla sottocura di Venere a favore di don Serafino Di Genova. Dopo un tentativo encomiabile dello stesso don Andrea di Pietro , fatto fallire dalla falsità del Canonico-curato della cattedrale allora in carica, si venne alla determinazione che all'economo della frazione di san Benedetto, d'ora in poi a vita, si dovessero pagare 56 ducati annui, corrispondenti a 238.00 lire.
La pololazione aveva per attendere alle sacr funzioni una piccola chiesa edificata dall'abate Maceroni nativo di Aielli sopra una parte dei ruderi del tempiio dei Benedettini costruito a spese dell'immortale Paontefice Bonifacio Iv nel suolo che occupava l'abitazione nella quale era nato. Fu don Antonio Tarquini, primo economo-curato a vita, che, insieme ad altri sacerdoti che risiedevano in paese, ristrutturò la Chiesa abbaziale, la fornì di un campanile, della campana, dell'organo ingrandito, della sacre suppellettili.

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